Le regole dello Stile

Tendenze: stilisti a tempo determinato, i veri precari del mondo della moda

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Lo metto sotto questa categoria perché sembra diventata proprio una tendenza. La stagione dei grandi nomi alla guida delle maison di moda sembra agli sgoccioli e la carriera degli stilisti pare essere il simbolo per eccellenze del precariato, qualche anno e via, avanti un altro.. Non credete sia così, parliamone insieme.

Il titolo è certamente provocatorio e magari mi direte che paragonare gli stilisti ai lavoratori precari è quasi un eresia ma finiti i tempi di Coco Chanel, di Christian Dior, Yves Saint Laurent e dopo di Valentino, di Gianfranco Ferrè e come loro di tanti altri nomi illustri fondatori ed artisti delle omonime maison di moda è sempre più difficile trovare sodalizi che durino nel tempo.

Ancora io sto cercando di incassare il colpo legato a due divorzi celebri, Marc Jacobs da Louis Vuitton e Frida Giannini da Gucci, e nel frattempo tutto il fashion system si rivoluziona. Non facciamo a tempo a memorizzare i nomi dei nuovi designer che c’è già aria di crisi e poi rottura da una delle due parti.

Cosa significa tutto ciò? A mio parere due cose: da un lato che ci sono troppe prime donne e che se non sei il “titolare” di te stesso è facile arrivare ai ferri corti e alle così dette “divergenze artistiche”, d’altro canto credo che forse da qualche tempo c’è una mancanza di veri talenti nel mondo della moda.

Sarà che tutto è stato già visto e detto ( o più che altro disegnato), sarà che i colossi low cost stanno dando una vera batosta alle grandi griffe in termini di fast fashion e di must have stagionali ma io, e tanti come me, non possiamo far altro che rimpiangere i grandi stilisti di un tempo.

Sicuramente se devo cedere alle stramberie da passerella meglio acquistarle a 20,00 € da H&M piuttosto che spendere una fortuna nel capo all’ultima moda tanto carino adesso ma anche certamente improponibile tra qualche mese. E non avendo più che fare i nuovi stilisti piuttosto che puntare su capi intramontabili si dedicano a creare accoppiamenti improbabili, tagli e modelli al limite dell’assurdo e stampe imbarazzanti.

Un pizzico di follia mi piace, l’innovazione ci vuole ma se pur di far parlare di se si devono mandare in passerella capi assurdi sperando anche di essere osannati come geni qualcosa non funziona. E il problema è che pur di sentirsi parte del fashion system alla fine di ogni sfilata in tanti descrivono come veri capolavori capi che di straordinario hanno ben poco.

Grazie a Dio ancora in italia abbiamo Re Giorgio, Dolce e Gabbana, Alberta Ferretti, Anna Molinari e pochi altri veri artisti ma, mi chiedo, dopo di loro che ne sarà del futuro della moda italiana e non?

Blogger, Wedding Planner e Mamma

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