Le regole del Matrimonio

Galateo del Matrimonio: la cerimonia civile

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La cerimonia civile è, per definizione, la celebrazione che garantisce automaticamente tutti gli effetti legali ed amministrativi del matrimonio.

Cerimonia civile: l’iter burocratico

Nel caso in cui la scelta del rito sia ricaduta sul matrimonio civile, si dà il via all’iter burocratico che, grazie al nuovo Ordinamento dello Stato Civile e all’introduzione delle autocertificazioni, si è notevolmente snellito in quanto spetterà al Comune procurarsi tutta la documentazione necessaria.

Le formalità preliminari al matrimonio civile avranno il fine di accertare l’effettivo stato di libertà da vincoli di precedenti matrimoni e la reale consapevolezza di entrambi gli interessati, liberi da costrizioni o ricatti da una o ambo le parti.

La prassi per la cerimonia civile prevede che entrambi i fidanzati si rechino, circa due mesi prima di sposarsi (anche se noi consigliamo di anticipare il più possibile, se avete tempo), presso l’Ufficio di stato Civile del Comune di residenza di uno dei due per firmare una formale richiesta di “pubblicazioni”, portando con loro l’atto di nascita, il certificato contestuale che comprende residenza, stato libero e cittadinanza e il congedo militare o documento analogo se il futuro sposo non ha ancora 26 anni. Se uno dei due contraenti è divorziato, dovrà aggiungere agli altri documenti anche la sentenza di divorzio, mentre se è vedovo sarà necessario l’atto di morte del coniuge defunto. In seguito a tale richiesta, gli incaricati comunali provvederanno ad elaborare tutta la documentazione necessaria e a contattare personalmente i futuri sposi per fissare la data del giuramento di matrimonio. In seguito a tale promessa, per la quale non è più richiesta la presenza di un genitore e dei testimoni, verranno esposte per 8 giorni alla Porta della Casa Comunale dei comuni di residenza di entrambi i futuri sposi le “pubblicazioni”, recanti le complete generalità dei promessi e il luogo di celebrazione delle nozze. Obiettivo della pubblicazione è quello di rendere nota a tutti l’intenzione dei fidanzati di contrarre matrimonio affinché chiunque ne abbia motivo possa opporsi, qualora sussistano impedimenti di cui costoro siano a conoscenza o altre gravi ragioni previste dalla legge. Trascorsi quattro giorni dopo il termine delle pubblicazioni, l’Ufficiale di Stato Civile, se non gli è stata presentata nessuna opposizione, rilascia il “nulla osta” al matrimonio, in cui dichiara che quella celebrazione non ha impedimenti agli effetti civili e che i due fidanzati possono celebrare le proprie nozze entro 180 giorni dalla scadenza della pubblicazione, pena la decadenza di validità dei documenti.

Cerimonia civile: gli articoli del Codice Civile

Tale rito viene celebrato davanti all’Ufficiale di stato civile che, in presenza di due testimoni scelti dagli sposi, legge alcuni articoli del Codice Civile che regolano il matrimonio:

  • Articolo 143 Diritti e doveri reciproci dei coniugi:
    Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione. Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia.
  • Articolo 144 Indirizzo della vita familiare e residenza della famiglia:
    I coniugi concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza della famiglia secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa. A ciascuno dei coniugi spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato.
  • Articolo 147 Doveri verso i figli:
    Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli.
    Tali articoli vengono anche letti al termine della cerimonia religiosa, con la sola differenza che a declamarli è il sacerdote officiante.
    Dopo aver ricevuto dagli sposi, personalmente, uno dopo l’altro, la dichiarazione di volersi prendere rispettivamente come marito e moglie, l’Ufficiale di Stato Civile li dichiara uniti in matrimonio.
    Il Codice Civile e La Costituzione della Repubblica contengono altri articoli che regolano il matrimonio. Ne citiamo alcuni che, pur se non letti durante il rito civile, sono interessanti:
  • Articolo 148 Concorso negli oneri:
    I coniugi devono adempiere l’obbligazione prevista nell’articolo precedente in proporzione alle rispettive sostanze e secondo la loro capacità di lavoro professionale o casalingo. Quando i genitori non hanno mezzi sufficienti, gli altri ascendenti legittimi o naturali, in ordine di prossimità, sono tenuti a fornire ai genitori stessi i mezzi necessari affinché possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli.
  • Articolo 29 della Costituzione:
    La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.
  • Articolo 30 della Costituzione:
    E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.
    Con il matrimonio si possono riconoscere eventuali figli precedentemente nati e si può decidere gratuitamente per la comunione o separazione dei beni, scelta che successivamente va fatta davanti ad un notaio, con i relativi costi.

Cerimonia civile: il rito

Il rito civile dura molto poco: di solito non supera i venti minuti.
L’Ufficiale di Stato Civile (consigliere comunale, assessore o sindaco) legge gli articoli del codice civile e chiede alla coppia la classica domanda di rito, cui segue la risposta degli sposi. Subito dopo avviene lo scambio degli anelli e la firma dei registri da parte degli sposi e dei testimoni. La cerimonia si conclude con un breve discorso augurale del consigliere comunale, che può essere più o meno informale se gli sposi sono amici dell’officiante.

Cerimonia civile: il galateo

Gli sposi devono arrivare puntuali in Municipio. Non è ammesso alcun ritardo, anche se può capitare di dover aspettare il proprio turno. La sposa può scegliere di entrare in sala a braccetto del padre, preceduta dai paggetti e seguita dalle damigelle e dal corteo degli invitati.

Lo sposo in questo caso attende con i testimoni al tavolo dove il consigliere comunale o il sindaco celebrano il rito. Di solito, nel matrimonio civile gli invitati si sentono liberi di disporsi un po’ a caso. In realtà, anche qui si dovrebbe osservare la regola classica che viene rispettata nel matrimonio religioso: a destra lo sposo e alle sue spalle i genitori, i parenti e, infine, gli amici; a sinistra e alle spalle della sposa va rispettato lo stesso ordine. I testimoni della sposa (due al massimo) si dispongono a lato, e così fanno i testimoni dello sposo.

Alla fine della cerimonia civile si lascia la sala abbastanza rapidamente per lasciare spazio agli altri matrimoni, e i festeggiamenti avvengono all’esterno del palazzo comunale o, se disponibile, nel giardino.

È possibile che non sia concesso di lanciare il tradizionale riso. In questo caso, una soluzione per avvisare i propri invitati è quella di spedire insieme alla partecipazione le regole da rispettare dopo la celebrazione.

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